Heidegger by George Steiner

Heidegger by George Steiner

autore:George Steiner [Steiner, George]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politics & Social Sciences, Philosophy, Movements, Existentialism
Amazon: B00PKHULHU
editore: Garzanti
pubblicato: 2014-11-26T23:00:00+00:00


3. La presenza di Heidegger

La Lettera sull’Umanismo dà inizio al linguaggio e ai motivi che domineranno l’insegnamento e gli scritti di Heidegger del dopoguerra. È composta evidentemente all’ombra della débacle nazionale e professionale, ed è rivolta a confutare l’esistenzialismo di Sartre, che, sebbene derivi da Essere e tempo per alcuni aspetti fondamentali, si proclamava come un «umanismo» politicamente impegnato. Heidegger ora postula il primato assoluto del linguaggio: «Il linguaggio è la casa dell’Essere, e nella dimora di esso abita l’uomo. Il pensatore e il poeta sono i custodi di questa dimora». In Essere e tempo, la custodia sull’Essere e sulla verità, e su un’esistenza autentica, veniva sancita. Essa si incentrava sull’atto che scaturisce dalla suprema liberazione della risoluzione, della decisione. Ora non è l’agire nel suo senso comune, ma il pensiero e la poesia che custodiscono, che soli possono concepire la presenzialità e la totalità dell’Essere. Essi sono, per così dire, la strumentazione e il mezzo dell’ontologico «far-essere». Il pensiero fa essere l’Essere: das Denken lässt das Sein sein. Deliberatamente, Heidegger mutua il lessico dell’esistenzialismo francese con l’obiettivo di sottolineare la distanza tra la propria posizione e quella dei suoi pretesi seguaci. Denken ist «l’engagement par l’Être pour l’Être» («il pensiero è l’impegno da e per l’Essere»). L’intera relazione dell’uomo con il linguaggio, del Dasein con la Sprache, viene enunciata in modo da non rompere con il disegno di Essere e tempo, ma anche, indubbiamente, in modo da attribuirgli una nuova torsione antiumanistica o, più esattamente, antiantropocentrica. Il commento di Richardson è utile:

Il linguaggio è proprio dell’uomo, non semplicemente perché, insieme ad altre facoltà, l’uomo «ha» anche quella di parlare, ma perché egli ha un accesso privilegiato all’Essere. Allo stesso modo, la funzione del suo linguaggio è semplicemente quella di lasciar essere l’Essere stesso. Al contrario, proprio perché gli altri enti non hanno questo particolare accesso all’Essere, non possono parlare. Se l’uso del linguaggio per l’uomo moderno è divenuto banale, la ragione non va ricercata in basi estetiche o morali, ma nel fatto che l’autentica natura dell’uomo e la sua essenziale relazione con l’Essere è obliata.

Ma questa unicità di accesso non è il fatto centrale in senso cartesiano, kantiano o sartriano. Non è l’uomo che determina l’Essere, ma l’Essere che, attraverso il linguaggio, manifesta sé stesso a e nell’uomo. «Gettato nella verità dell’Essere dall’Essere», l’uomo è ora il guardiano di questa verità. È la sentinella nella «radura» o, con una delle più celebri formulazioni heideggeriane, der Hirt des Seins («il pastore dell’Essere»). La sua custodia è, ontologicamente e concretamente, il solo autentico essere-a-casa-propria della vita, l’unico genuino in-abitare verso cui valga la pena tendere nell’esistenza umana. Da qui, la definizione orfica: «Il linguaggio è il tralucente-nascondente annuncio dell’Essere stesso» (Sprache ist lichtend-verbergende Ankunft des Seins selbst, in cui lichtend rimanda a Lichtung, «la radura» e, come abbiamo visto, verbergend contiene sia «nascondere» come in verbergen, che «sorvegliare, custodire al sicuro» come in bergen). «L’esser gettato nella radura dell’Essere» dell’uomo, il fatto che gli sia stata imposta la funzione di custode



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.